
Castello di Sammezzano: rinascerà l’antico splendore?
- Dal 1853 al 1889 Ferdinando trasformò il castello.
- Chiuso nel 1991, dal 2012 la storia cambiò.
- Moretti ha investito 18 milioni di euro nel castello.
Un gioiello orientalista nel cuore della Toscana
Nel cuore della Toscana, a pochi chilometri da Firenze, si erge il Castello di Sammezzano, un esempio straordinario di architettura orientalista che incanta e affascina chiunque lo ammiri. La sua storia è un intreccio di arte, cultura e passione, un racconto che si snoda attraverso i secoli, lasciando dietro di sé un’aura di mistero e bellezza senza tempo. Le origini del castello risalgono a un passato remoto, ma è nel diciannovesimo secolo che Ferdinando Panciatichi Ximenes d’Aragona, nobile illuminato e mecenate, trasforma Sammezzano in un’opera d’arte unica nel suo genere. Con una visione eclettica e un amore profondo per l’Oriente, Panciatichi Ximenes d’Aragona ridisegna il castello, creando un’armonia perfetta tra elementi moreschi, indiani e altri stili esotici. Ogni sala è un’esplosione di colori e decorazioni, un viaggio in un mondo lontano e affascinante. La Sala dei Pavoni, con i suoi intricati mosaici e le sue forme sinuose, è un capolavoro di artigianato e creatività, mentre la Sala degli Specchi, con i suoi giochi di luce e riflessi, crea un’atmosfera magica e suggestiva. Il parco che circonda il castello è un’oasi di pace e tranquillità, un luogo dove la natura si fonde con l’arte, creando un’esperienza sensoriale indimenticabile. Alberi secolari, fontane zampillanti e statue misteriose contribuiscono a creare un’atmosfera incantata, invitando il visitatore a perdersi nella bellezza del luogo. Il castello è un sogno di pietra e colore, un invito a esplorare l’esotismo in un contesto toscano.
Il Castello di Sammezzano rappresenta un esempio di come l’arte e la cultura possono arricchire un territorio, creando un’identità unica e distintiva. La sua bellezza e il suo fascino lo rendono una meta ideale per un turismo di nicchia, alla ricerca di esperienze autentiche e memorabili.
Visitare il Castello di Sammezzano significa immergersi in un’atmosfera senza tempo, lasciarsi trasportare dalla magia del luogo e scoprire un tesoro nascosto nel cuore della Toscana. La sua storia, le sue leggende e la sua architettura unica lo rendono una meta imperdibile per gli amanti dell’arte, della cultura e della bellezza. Dal 1853 al 1889 Ferdinando Panciatichi Ximenes d’Aragona si impegnò nella trasformazione del Castello. Un esempio di dedizione alla bellezza e all’arte che ancora oggi suscita ammirazione.
L’abbandono e la leggenda anti-speculazione
Nonostante il suo splendore e il suo valore storico-artistico, il Castello di Sammezzano ha conosciuto un periodo di abbandono e decadenza che ha rischiato di comprometterne l’integrità. Per oltre trent’anni, il castello è rimasto in balia del tempo e degli eventi, vittima di problemi burocratici, difficoltà economiche e interessi speculativi. Le aste fallite, i cambi di proprietà incerti e la mancanza di interventi di restauro hanno progressivamente eroso questo gioiello architettonico, riducendolo a un’ombra della sua antica gloria. Le sale, un tempo illuminate da feste e ricevimenti, sono diventate silenziose e polverose, mentre il parco, un tempo curato e rigoglioso, si è trasformato in un bosco selvaggio e inaccessibile. Il Castello di Sammezzano è diventato un simbolo del patrimonio culturale italiano dimenticato, un monito contro l’indifferenza e l’incuria. Ma la storia di Sammezzano non è solo una storia di abbandono e decadenza. Intorno al castello aleggia una leggenda, una sorta di “maledizione” che, secondo alcuni, colpirebbe coloro che cercano di speculare sulla sua bellezza e sul suo valore storico. La leggenda narra di antiche forze che proteggono il castello e che si scatenano contro chiunque cerchi di sfruttarlo per fini personali. Che sia vero o meno, la leggenda ha contribuito a creare un’aura di mistero e fascino intorno al castello, alimentando l’interesse e la curiosità di visitatori e studiosi. Giorgio Moretti, l’imprenditore fiorentino che ha recentemente acquistato il castello, ne è consapevole e sembra determinato a onorare l’eredità di Sammezzano, preservandone l’integrità artistica e naturale. Moretti ha promesso di non cedere alla tentazione della speculazione e di impegnarsi a restituire al castello il suo antico splendore, aprendolo al pubblico e valorizzandone il suo patrimonio culturale. La leggenda, quindi, si trasforma in un monito e in un incentivo a proteggere e valorizzare il Castello di Sammezzano, affinché possa continuare a essere un simbolo di bellezza e cultura per le generazioni future.
Il castello ha subito negli anni diverse vicissitudini. Nel 1991 il castello chiuse e non riaprì più. Dal 1999 al 2002 Massimo Sottani, poi, si occupò del castello nelle vesti di Sindaco. Infine dal 2012 la storia ha preso una piega diversa grazie all’istituzione del Comitato.
Nuove prospettive di valorizzazione
L’acquisizione del Castello di Sammezzano da parte della famiglia Moretti segna un punto di svolta nella sua storia, aprendo nuove e concrete prospettive di valorizzazione. L’intenzione di trasformare il castello in un museo, dedicato alla sua storia e al suo valore artistico, rappresenta un’opportunità unica per restituire a Sammezzano il suo antico splendore e renderlo accessibile a tutti. Il progetto prevede un restauro meticoloso del castello e del parco circostante, con l’obiettivo di conservare e valorizzare il suo patrimonio culturale. Le sale saranno riportate al loro aspetto originale, con arredi d’epoca e opere d’arte che ne raccontano la storia e il fascino. Il parco sarà riqualificato, con la creazione di percorsi naturalistici e aree di sosta, per consentire ai visitatori di godere della bellezza del luogo in tutta la sua interezza. Oltre al museo, si valutano anche la creazione di spazi per eventi culturali e iniziative di valorizzazione del territorio. Concerti, mostre d’arte, rievocazioni storiche e percorsi enogastronomici sono solo alcune delle idee che potrebbero essere realizzate per attrarre visitatori e valorizzare il Castello di Sammezzano. La valorizzazione del castello potrebbe avere un impatto significativo sul territorio circostante, creando nuove opportunità di lavoro e favorendo lo sviluppo economico locale. Il turismo di nicchia, focalizzato sulla riscoperta del patrimonio culturale italiano, rappresenta un settore in forte crescita, capace di valorizzare le specificità del territorio e promuovere un turismo sostenibile e attento all’ambiente. Il Castello di Sammezzano potrebbe diventare un modello di riferimento per la valorizzazione del patrimonio culturale italiano, dimostrando come la bellezza, la cultura e la passione possono ancora vincere sull’abbandono e la speculazione.
La “Mozione Sammezzano”, presentata al consiglio regionale della Toscana, testimonia l’impegno delle istituzioni e della società civile per la salvaguardia del castello e del suo parco. Questa mozione rappresenta un appello per un’azione coordinata, volta a proteggere Sammezzano da ulteriori degrado e a promuovere il suo restauro e la sua apertura al pubblico. L’impegno di Giorgio Moretti, ex anima della Fondazione Angeli del Bello, dimostra che l’amore per la propria terra e il desiderio di preservarne la bellezza possono fare la differenza. L’imprenditore fiorentino, insieme alla figlia Ginevra, si è impegnato a restituire al Castello di Sammezzano il suo antico splendore, aprendolo al pubblico e valorizzandone il suo patrimonio culturale. Un gesto di mecenatismo che merita di essere apprezzato e sostenuto.
Massimo Sottani, ex sindaco di Reggello e presidente del Comitato FPXA Sammezzano, guarda con cauto ottimismo a questa nuova fase. Pur ribadendo la necessità di attendere la conclusione degli aspetti burocratici, Sottani riconosce l’importanza di questo passo e spera che il Castello di Sammezzano possa diventare un polo turistico di eccellenza, capace di attrarre visitatori da ogni angolo del mondo. “Questo luogo straordinario”, afferma Sottani, “può diventare un polo turistico di qualità, con il parco spero ad uso pubblico. È un’impresa difficile, quasi titanica, ma qui tutti siamo prudentemente fiduciosi”.
Portare a termine tale progetto costituisce una sfida ardua, quasi un’epica impresa, tuttavia, la comunità del posto nutre in esso una speranza misurata e consapevole.

I nostri consigli di viaggio
Il Castello di Sammezzano è una meta affascinante per ogni viaggiatore, offrendo un’esperienza unica che unisce storia, arte e natura. Per i viaggiatori occasionali, consigliamo di pianificare la visita durante gli eventi speciali organizzati dal FAI o da altre associazioni locali, per poter ammirare gli interni del castello e scoprire i suoi segreti. In alternativa, è possibile esplorare il parco circostante, immergendosi nella sua bellezza e tranquillità. Per i viaggiatori esperti, suggeriamo di approfondire la storia del castello e dei suoi proprietari, scoprendo le leggende e i misteri che lo circondano. Un’idea originale è quella di organizzare un tour personalizzato, con una guida locale che possa svelare i dettagli più nascosti e curiosi del luogo.
Al di là della visita al castello, il territorio circostante offre numerose opportunità di scoperta e svago. Reggello, il comune in cui si trova Sammezzano, è un borgo ricco di storia e tradizioni, con un centro storico ben conservato e numerose chiese e palazzi antichi. Nei dintorni, si possono visitare le città d’arte di Firenze, Arezzo e Siena, oppure esplorare il paesaggio collinare del Chianti, con i suoi borghi medievali, i suoi vigneti e le sue cantine. Un viaggio in Toscana è un’esperienza indimenticabile, un’occasione per scoprire la bellezza e la ricchezza del patrimonio culturale italiano. La famiglia Moretti ha investito 18 milioni di euro nell’acquisizione del Castello.
Il Castello di Sammezzano ci ricorda che la bellezza è un tesoro fragile, che va protetto e valorizzato con cura e passione. Ci invita a riflettere sul valore del patrimonio culturale e sulla necessità di preservarlo per le generazioni future. Un viaggio a Sammezzano è un’occasione per riscoprire le nostre radici, per apprezzare la bellezza del nostro territorio e per nutrire il nostro spirito con l’arte e la cultura. Un’avventura che inizia con un castello ma che può condurci verso orizzonti inesplorati di conoscenza e consapevolezza.