Nel corso degli ultimi anni si è assistito a un sostanziale mutamento nelle dinamiche commerciali tra Canada e Stati Uniti; tale evoluzione è stata fortemente condizionata dalle misure protezionistiche introdotte dall’amministrazione Trump. La reiterata applicazione di minacce e l’implementazione dei dazi ha causato una considerevole riduzione nelle vendite dei beni americani sul territorio canadese. Come sottolinea Michael Medline, CEO della grande azienda canadese Empire, la domanda per i prodotti made in USA sta rapidamente scendendo; ciò ha spinto i consumatori canadesi verso scelte più orientate al mercato locale. Questa transizione non soltanto rappresenta una reazione ai provvedimenti statunitensi ma costituisce anche una strategia per mitigare gli oneri derivanti dalle tasse punitive che il Canada ha imposto sui beni d’importazione dagli USA.
Anche i produttori del settore cioccolatiero come Chocoladefabriken Lindt & Sprungli hanno già intrapreso l’adeguamento delle loro reti distributive, optando per approvvigionamenti esclusivamente europei per il mercato canadese. Prima dell’attuazione di queste nuove strategie commerciali il 50% delle forniture era originariamente assicurata dagli Stati Uniti. La direzione assunta da questo movimento ha ricevuto l’avallo di numerosi esponenti della politica canadese, inclusa la figura del primo ministro uscente Justin Trudeau, il quale ha sostenuto attivamente la necessità di favorire l’acquisto di beni provenienti dal Canada.
In risposta alle misure protezionistiche degli Stati Uniti, il Canada ha introdotto dazi del 25% su una serie di importazioni americane, per un valore complessivo di quasi 30 miliardi di dollari. Dominic LeBlanc, Ministro delle Finanze del Canada, ha condannato l’aggressione del presidente Trump nei confronti del settore industriale canadese negli Stati Uniti come un’azione immotivata e priva di giustificazioni. Le nuove tariffe canadesi, che entreranno in vigore a breve, colpiranno non solo acciaio e alluminio, ma anche prodotti come computer ed equipaggiamento sportivo.
Questa decisione è stata presa dopo una serie di tensioni tra Washington e Ottawa, culminate con l’annuncio di Trump di raddoppiare i dazi sull’acciaio e l’alluminio canadesi al 50%, salvo poi ritirare la misura. Le tensioni si sono ulteriormente intensificate quando Trump ha suggerito, in un post su Truth Social, l’annessione del Canada come 51° stato degli Stati Uniti, un’affermazione che ha suscitato una forte reazione da parte della ministra degli Esteri canadese, Mélanie Joly.
In un panorama caratterizzato da spiccata instabilità commerciale, il mondo dell’automobile non si dimostra estraneo a tali dinamiche. Ultimamente, la prestigiosa BMW ha inaugurato la nuova linea della sua Serie 2 Gran Coupé, scegliendo come palcoscenico per tale lancio una suggestiva località pugliese; questo evento si è rivelato attraente per diversi attori del settore e gli entusiasti delle quattro ruote. La proposta della casa bavarese include la new entry della gamma: la versatile 220d ibrida, simbolo tangibile delle strategie adottate dalle case automobilistiche nel tentativo di inseguire tendenze sempre più orientate verso soluzioni ecosostenibili.
La manifestazione si è tenuta dal 10 al 12 marzo 2019.
In un’epoca segnata da mutamenti significativi nei settori economici e commerciali, l’atto del viaggiare si presenta come uno strumento privilegiato per acquisire nuove comprensioni sulle interconnessioni mondiali. A coloro che intraprendono sporadicamente il cammino dell’esplorazione, suggeriamo vivamente di scoprire il Canada. Questa nazione è attualmente al centro di cambiamenti rilevanti nel suo assetto economico: immergersi nelle sue metropoli ed esplorare i mercati locali rappresenta non solo un’autentica avventura ma anche una valida opportunità per contribuire allo sviluppo dell’economia locale.
Parallelamente, ai viaggiatori esperti proponiamo un’immersione più profonda nelle complesse relazioni commerciali a livello internazionale e in che modo queste incidano sulle realtà dei singoli mercati. Tale approccio potrà ampliare notevolmente la vostra visione delle dinamiche globalizzate, oltre a fornire nuovi spunti da contemplare in occasione dei prossimi viaggi programmati. Meditare sul ruolo giocato dalle decisioni politiche nell’impatto diretto sulle economie circostanti offre ulteriormente l’occasione per riflessioni personali capaci d’arricchimento durante ogni nuova avventura turistica.
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Mi sembra che tutta questa tensione commerciale sia stata fomentata inutilmente, un classico esempio di politica protezionistica che non ha senso. Forse è il momento che i leader imparino a collaborare piuttosto che a litigare.
Il Canada sta solo cercando di proteggere se stesso! Non possiamo biasimarli per aver imposto dazi quando Trump ha cominciato tutto con le sue ridicole tariffe.
Scommetto che mentre i due si bisticciano, le aziende europee come Lindt ne approfittano. Bravo Canada per guardare oltre al monopolio USA!
La proposta di Trump di annessione del Canada è stata assurda. Il Canada ha una cultura e un'identità propria che va rispettata. Forse voleva solo stuzzicare, ma è stato di pessimo gusto.
Forse si dovrebbe iniziare a parlare di un possibile ritorno delle catene produttive verso l'America. Questo potrebbe risolvere molte tensioni!