Ma smettiamola con 'sta retorica della sostenibilità! Se uno ha i soldi e vuole farsi un giro di lusso, che lo faccia! Basta con 'sti moralismi!
Il panorama del turismo italiano si arricchisce di una nuova, scintillante proposta: il “Treno della Dolce Vita”. Un progetto che evoca immagini di un passato elegante, di viaggi lussuosi attraverso paesaggi mozzafiato. Ma, in un’epoca in cui la sostenibilità è sempre più centrale nel dibattito pubblico, è lecito interrogarsi se questa iniziativa rappresenti un’autentica opportunità per il settore turistico italiano o, al contrario, un’occasione persa per promuovere un modello di viaggio più responsabile e in linea con le esigenze del nostro tempo.
Il “Treno della Dolce Vita” è un progetto ambizioso, frutto della collaborazione tra Arsenale e Orient Express, con il supporto di Fondazione FS Italiane e FS Treni Turistici Italiani. L’obiettivo è quello di ricreare l’atmosfera sofisticata e glamour dei viaggi in treno del passato, offrendo un’esperienza di lusso senza compromessi.
Il convoglio è composto da sei carrozze, finemente ristrutturate e arredate con gusto. Quattro di queste sono dedicate al riposo, con cabine suite e deluxe che promettono un comfort elevato. A bordo, non mancano una carrozza ristorante e una carrozza bar, per soddisfare ogni desiderio dei viaggiatori. La cura dei dettagli è maniacale, con interni che omaggiano il design italiano degli anni ’60 e ’70, da Giò Ponti a Gae Aulenti.
Gli itinerari proposti sono otto, e attraversano ben 14 regioni italiane, toccando alcune delle mete più iconiche del nostro paese: Venezia, Portofino, i Sassi di Matera, i vigneti della Toscana. Un viaggio alla scoperta delle bellezze paesaggistiche, artistiche e culturali dell’Italia, con un’attenzione particolare all’enogastronomia. A bordo, infatti, i passeggeri potranno gustare piatti prelibati, preparati dallo chef stellato Heinz Beck.
Tanto lusso, però, ha un costo. I prezzi per un viaggio a bordo del “Treno della Dolce Vita” partono da circa 3.060 euro per un breve tour dei vigneti toscani (una notte e due giorni) e possono arrivare a quasi 10.000 euro per un’esperienza più completa, come il tour della Sicilia (due notti e tre giorni). Cifre che rendono questo tipo di viaggio accessibile solo a una élite di facoltosi turisti.
In un contesto in cui la sostenibilità è diventata una priorità globale, è legittimo chiedersi se un’offerta turistica così esclusiva e costosa sia ancora in linea con le esigenze del nostro tempo. Il lusso ostentato e l’impatto ambientale di un viaggio di questo tipo sono compatibili con un turismo più responsabile e attento al futuro del pianeta?
Il dibattito è aperto, e merita di essere approfondito. Il “Treno della Dolce Vita” è un’operazione nostalgia ben orchestrata, che punta a far rivivere i fasti di un’epoca passata. Ma è importante valutare attentamente se questo tipo di offerta turistica sia davvero la strada giusta per il futuro del turismo italiano.
Il concetto di lusso è in continua evoluzione. Un tempo sinonimo di ostentazione e sfarzo, oggi il lusso si declina sempre più in termini di esclusività, autenticità, esperienza unica e, soprattutto, sostenibilità. I viaggiatori più consapevoli sono alla ricerca di un lusso che non sia in contrasto con il rispetto per l’ambiente e per le comunità locali.
In questo contesto, il “Treno della Dolce Vita” rischia di apparire come un’anacronistica celebrazione di un lusso fuori dal tempo. Un’esperienza elitaria, riservata a pochi privilegiati, che sembra ignorare le esigenze di un turismo più democratico e attento alle problematiche ambientali.
Ma è davvero impossibile conciliare lusso e sostenibilità? La risposta è no. Esistono diverse iniziative che dimostrano come sia possibile offrire un’esperienza di viaggio esclusiva senza rinunciare al rispetto per l’ambiente e per le persone. Si pensi, ad esempio, agli eco-resort, strutture ricettive di lusso costruite con materiali ecocompatibili e alimentate da energie rinnovabili. Oppure, ai tour operator che propongono viaggi avventura in destinazioni remote, con un’attenzione particolare alla conservazione della natura e alla valorizzazione delle culture locali.
Il vero lusso del futuro sarà quello di poter vivere un’esperienza di viaggio autentica, immersiva e rispettosa dell’ambiente. Un lusso che non sia fine a sé stesso, ma che contribuisca a creare un impatto positivo sul territorio e sulla comunità locale.
Fortunatamente, l’Italia offre numerose alternative al “Treno della Dolce Vita” per chi desidera vivere un’esperienza di viaggio autentica e rispettosa dell’ambiente. Dalle ferrovie storiche ai percorsi cicloturistici, le opportunità per scoprire il nostro paese a ritmo lento non mancano.
Una delle opzioni più interessanti è rappresentata dai treni storici promossi dalla Fondazione FS Italiane. Questi convogli, composti da carrozze d’epoca restaurate, ripercorrono antiche linee ferroviarie, attraversando paesaggi mozzafiato e borghi ricchi di storia e cultura. Un’esperienza immersiva nel cuore dell’Italia più autentica, capace di generare un indotto economico significativo per le comunità locali. Stando a uno studio dell’ Università Bocconi di Milano, ogni singolo euro investito da un viaggiatore nei treni ad uso turistico-storico produce un beneficio economico di 2,3 euro in differenti settori commerciali della zona.
Nel 2023, la Fondazione Ferrovie dello Stato ha celebrato un decennio di attività, inaugurando un’epoca di itinerari storici suggestivi ed ecosostenibili attraverso la penisola italiana.
Grazie a un parco di 400 veicoli storici riportati al loro antico splendore, questi treni d’epoca offrono un’esperienza senza pari.
Un’altra alternativa valida è rappresentata dai percorsi cicloturistici realizzati lungo le ferrovie dismesse. In Italia, sono numerosi gli esempi di linee ferroviarie abbandonate che sono state trasformate in greenway, offrendo la possibilità di esplorare il territorio in sella a una bicicletta, lontano dal traffico e dal caos delle città.
La Costa dei Trabocchi, in Abruzzo, è un esempio emblematico di come una vecchia ferrovia abbandonata possa rinascere a nuova vita, trasformandosi in un percorso apprezzato da ciclisti e camminatori. La trasformazione della ferrovia dismessa in Greenway dovrebbe concretizzarsi nei prossimi mesi, con una previsione di completamento dei lavori entro la fine del 2018; tuttavia, è già possibile esplorare a piedi, a cavallo o in bicicletta alcuni sentieri costieri a stretto contatto con l’ambiente naturale.
Il tracciato, lungo 42 chilometri, si sviluppa tra Francavilla al Mare, Ortona, San Vito Chietino, Rocca San Giovanni, Fossacesia, Torino di Sangro, Casalbordino, Vasto e San Salvo.
Percorrendo questi itinerari, è possibile scoprire un’Italia nascosta, fatta di borghi medievali, paesaggi incontaminati e tradizioni secolari. Un turismo lento e consapevole, che valorizza le risorse locali e contribuisce a creare un impatto positivo sul territorio.
Il fascino del viaggio su rotaia non è certo prerogativa esclusiva di iniziative lussuose ed elitarie. La bellezza di un panorama che scorre lento dal finestrino, il ritmo cadenzato del treno, il contatto con il territorio circostante sono elementi che possono essere apprezzati anche viaggiando su un treno regionale, magari alla scoperta di un borgo nascosto o di una sagra di paese.
Per il viaggiatore occasionale, desideroso di esplorare le bellezze d’Italia in modo sostenibile, consigliamo di prendere in considerazione i numerosi itinerari offerti dai treni regionali. Questi treni permettono di raggiungere piccoli centri e borghi caratteristici, spesso difficilmente accessibili con altri mezzi di trasporto, offrendo un’esperienza autentica e a contatto con la cultura locale.
Per il viaggiatore esperto, alla ricerca di avventure più insolite, suggeriamo di esplorare le ferrovie dismesse trasformate in percorsi ciclabili. Queste greenway offrono la possibilità di immergersi nella natura, pedalando lungo antichi tracciati ferroviari, alla scoperta di paesaggi suggestivi e borghi dimenticati. Un’esperienza unica, che unisce sport, natura e cultura.
In definitiva, il dibattito sul “Treno della Dolce Vita” ci invita a riflettere sul tipo di turismo che vogliamo per il futuro. Un turismo basato sull’ostentazione e sull’esclusività, oppure un turismo più sostenibile, accessibile e rispettoso dell’ambiente e delle comunità locali? La scelta è nelle nostre mani.
Ma smettiamola con 'sta retorica della sostenibilità! Se uno ha i soldi e vuole farsi un giro di lusso, che lo faccia! Basta con 'sti moralismi!
Mah, io non ci vedo niente di male. Dà lavoro a un sacco di gente e fa girare l'economia. Poi, diciamocelo, chi critica probabilmente è solo invidioso.
Certo, bellissimo il lusso, ma a 10.000 euro a persona? Con quei soldi si potrebbero fare tante altre cose, magari aiutare le comunità locali a sviluppare un turismo più sostenibile e accessibile a tutti.
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