Nel panorama dei viaggi moderni, un fenomeno sta guadagnando sempre più attenzione per le sue implicazioni socio-economiche e ambientali: il turismo di massa. Un esempio lampante di questa problematica si è manifestato nelle Isole Canarie, dove, nel 2024, circa 60 mila persone hanno preso parte a manifestazioni simultanee nelle otto isole dell’arcipelago, con la mobilitazione più numerosa a Santa Cruz di Tenerife, che ha visto la partecipazione di almeno 30 mila abitanti. Queste proteste, sostenute da associazioni ecologiste e sociali, tra cui Greenpeace, Wwf, Ecologist in Action, Friends of the Earth e SEO/Birdlife, hanno sollevato un grido di allarme: “Canarias tiene un limite” (“le Canarie hanno un limite”), contro un modello di sviluppo basato sul turismo di massa che depaupera il territorio e le sue risorse naturali.
Il motivo scatenante di queste proteste è la crescente preoccupazione per le conseguenze negative del turismo di massa, che non solo non si ripercuote positivamente sulle isole, ma espelle i residenti e rende difficile la convivenza. Questo modello di sviluppo, che contribuisce al 36% del PIL delle isole e origina il 40% dell’impiego, è stato criticato per non distribuire ricchezza fra la popolazione, provocando un’escalation dei prezzi degli alloggi e aggravando le disuguaglianze sociali.
I manifestanti chiedono con forza un cambio di passo, esigendo un differente modello di sviluppo per il settore turistico. Tra le misure immediate proposte, spiccano l’istituzione di un’ecotassa per i turisti, una moratoria turistica e leggi che consentano l’accesso preferenziale alle case a residenti e lavoratori. Queste richieste mirano a mitigare gli effetti del turismo di massa e a promuovere uno sviluppo più sostenibile e inclusivo per le comunità locali.
La protesta delle Canarie non è rimasta isolata, ma ha trovato eco in altre città iberiche e capitali europee, come Malaga, Granada, Madrid, Barcellona, Amsterdam, Londra e Berlino, dove si sono tenute manifestazioni in solidarietà. Questo fenomeno sottolinea una crescente consapevolezza globale riguardo alle problematiche legate al turismo di massa e alla necessità di trovare soluzioni sostenibili che rispettino le comunità locali e l’ambiente.
In conclusione, le proteste nelle Isole Canarie contro il turismo di massa rappresentano un campanello d’allarme per il mondo dei viaggi moderno. È fondamentale riflettere sulle nostre scelte di viaggio e considerare l’impatto che queste possono avere sulle destinazioni che visitiamo. Un consiglio base di viaggio correlato a questo tema è quello di preferire forme di turismo responsabile e sostenibile, che contribuiscano positivamente alle economie e alle comunità locali. Per i viaggiatori esperti, un’ulteriore nozione avanzata potrebbe essere quella di esplorare destinazioni meno conosciute e fuori dai circuiti turistici tradizionali, contribuendo così a distribuire più equamente i benefici del turismo. Queste riflessioni ci invitano a viaggiare in modo più consapevole e rispettoso, per un futuro in cui il turismo possa essere fonte di arricchimento reciproco e non di conflitto.
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Non ci vuole un genio per capire che il turismo di massa sta rovinando il nostro pianeta. Finalmente qualcuno ha il coraggio di alzare la voce! Sosteniamo le Canarie!
È tutto bello lottare contro il turismo di massa, ma ricordiamoci che molte famiglie vivono di questo. Senza turisti, molti perdererebbero il loro lavoro.