Non capisco perché tanta attenzione a queste vecchie pietre. È roba vecchia, demoliamola e costruiamo case moderne!
La regione situata a nord di Manduria, verso la zona di Oria, offre una sensazione di avere bloccato il tempo. In mezzo a trulli, muri a secco e antiche cave, riaffiorano memorie di un’epoca passata che si intreccia profondamente con la spiritualità e la storia. La prima fermata di questo suggestivo percorso è rappresentata dalla Masseria Schiavoni, posta lungo la strada provinciale che collega Manduria a Oria. Questo edificio, distante circa cinque chilometri da Manduria, rappresenta un esempio di antica architettura con un colonnato che chiude la loggia al livello superiore. Tuttavia, la parte più intrigante di questo luogo sono i resti del vecchio aeroporto militare della Seconda Guerra Mondiale. Le parole sbiadite sui muri raccontano le vicende del 450° gruppo da bombardamento dell’Aviazione Militare degli Stati Uniti, che lanciò 265 missioni contro le forze dell’Asse.
Procedendo lungo la strada provinciale, si incontrano spettacolari specchie, antiche montagnole fatte di pietre grezze che caratterizzano e costellano l’ambiente circostante. La Specchia Schiavoni, conosciuta anche come Rotulafai, assume una forma a tronco di cono che permette di ammirare un panorama che si estende dalle pianure di Manduria sino ai rilievi di Oria. Tali costruzioni, appartenenti a diverse epoche, sono al centro di dibattiti riguardo al loro utilizzo originale. Si discute se fossero punti strategici per l’avvistamento e la difesa oppure se avessero una funzione legata ai riti funebri. Tuttavia, gli studi archeologici realizzati negli anni non hanno rivelato la presenza di camere funerarie, facendo pensare che le strutture servivano soprattutto a scopi di difesa.
Il viaggio prosegue verso il santuario di S. Cosimo alla Macchia, un epicentro di culto che esprime la ricca tradizione spirituale della zona. Durante il viaggio, si incontrano anche delle edicole votive con immagini sacre, che riflettono la devozione dei residenti. Non lontano da qui, si possono esplorare dei siti archeologici di varie era, che attestano l’antica presenza umana nell’area. Tra di essi emergono la cripta nella contrada Palombara e i resti di epoca preistorica e romana trovati vicino alle specchie.
Per coloro che viaggiano di rado, suggeriamo di visitare questi luoghi affascinanti durante la primavera o l’autunno, quando il clima è più clemente e il paesaggio salentino offre viste incantevoli. Consigliamo di recarsi con una guida locale per comprendere a fondo la ricchezza storica e culturale di questi posti. Per i più esperti, proponiamo l’esplorazione dei sentieri meno frequentati che collegano le specchie, alla scoperta di angoli nascosti e viste imperdibili. Riflettete su come questi imponenti edifici di pietra, anche se danneggiati dal tempo, continuano a raccontare storie di un’era passata e ci invitano a valutare il nostro compito nella tutela del patrimonio culturale.
Non capisco perché tanta attenzione a queste vecchie pietre. È roba vecchia, demoliamola e costruiamo case moderne!
Secondo me invece abbiamo tanto da imparare da queste storie e luoghi antichi. Offrono un legame con il passato che può arricchirci oggi.
È bello che ci siano ancora posti dove la storia e la cultura si intrecciano così profondamente con il paesaggio. Non sottovalutiamo il turismo culturale!
Sarebbe interessante scoprire di più sull'uso originale delle specchie. Abbiamo bisogno di più studi archeologici per risolvere questi misteri!
Ottimo consiglio visitare in primavera o autunno, ma ricordate di proteggere questi luoghi quando li visitate. Troppo turismo può danneggiarli!
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