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Nel 1984, il Castello di Rivoli si presentava come un contenitore vuoto, in attesa di una collezione che avrebbe potuto essere quella del marchese Giuseppe Panza di Biumo. Tuttavia, la Regione Piemonte optò per un progetto più ambizioso, trasformando il museo in un centro per artisti viventi. La mostra inaugurale, “Ouverture”, curata dal primo direttore Rudi Fuchs, fu concepita come una rassegna di potenziali acquisti, mettendo in risalto le ricerche individuali degli artisti. L’esposizione includeva opere di Julian Schnabel, Giuseppe Penone, Emilio Vedova e Richard Long, tra gli altri, distribuite in 33 sale. Dopo 40 anni, “Ouverture” torna al museo in una versione aggiornata per celebrare l’anniversario, concepita come una proposta per un museo del XXI secolo, radicato in Europa ma aperto a una visione globale.
Il Dipartimento Educazione del Castello di Rivoli, fondato da Anna Pironti, ha rappresentato un prototipo sperimentale nel campo dell’educazione all’arte contemporanea. Fin dalla sua creazione, il dipartimento ha cercato di instaurare un rapporto con il territorio, collaborando con scuole, gruppi e associazioni locali. Negli anni, il suo approccio si è esteso a livello regionale, nazionale e internazionale, diventando un modello per altri musei. Tra i progetti di successo, “Impara l’Arte” ha portato l’arte contemporanea nei programmi scolastici, mentre “Intorno al Tappeto Volante” ha utilizzato l’arte come strumento di inclusione sociale. Il progetto “Abitanti” ha coinvolto decine di migliaia di persone in tutto il mondo, dimostrando l’impatto globale del dipartimento.
Per chi visita solo saltuariamente i luoghi d’interesse, il Castello di Rivoli offre un’occasione perfetta per esplorare una rinomata istituzione culturale ed immergersi nel patrimonio storico-architettonico dei Savoia. Un consiglio è quello di riservarsi del tempo per ammirare le esposizioni sia temporanee che permanenti: queste garantiscono una prospettiva singolare dell’arte moderna. Gli esperti del settore potrebbero invece beneficiare enormemente dai programmi didattici organizzati dal museo: si tratta di attività capaci di offrire esperienze coinvolgenti ed altamente interattive. Infine, ricollegandosi al tema centrale discusso nell’articolo, il Castello rappresenta un modello emblematico su come cultura ed arte possano trasformarsi in strumenti capaci di arricchire profondamente un territorio; esso stimola dunque la riflessione personale su quale impatto l’arte contemporanea possa avere nella nostra concezione della realtà circostante.
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Beh, l'arte contemporanea è un valore discutibile... Magari l'architettura si salva, ma alcune di queste opere sono pura follia venduta a caro prezzo.
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