Fantastico vedere come un pezzo di storia venga riportato alla vita! Il restauro dei beni culturali è fondamentale per preservare il passato per le generazioni future.
Il restauro del Castello di Gambaro, situato nel minuscolo borgo dell’Alta Valnure, è stato recentemente celebrato con l’assegnazione del prestigioso Premio Gazzola 2024. Questo riconoscimento, giunto alla sua diciannovesima edizione, ha messo in luce i radicali e straordinari lavori di recupero compiuti dai proprietari, Clara Mezzadri e Valentino Alberoni, nell’ultimo decennio. L’intervento è stato seguito dagli architetti Massimo Ferrari e Marco Jacopini, che hanno lavorato con dedizione per riportare alla luce la storia di questo antico maniero. Il Castello di Gambaro, la cui costruzione iniziò negli ultimi decenni del 1500 su iniziativa di Pier Francesco Malaspina, ha attraversato secoli di storia, passando di mano tra diverse famiglie nobiliari. Dopo il decesso del marchese Malaspina nel 1624, la Camera Ducale Farnesiana reclamò tutti i suoi beni e il feudo fu in seguito attribuito ai Landi di Rivalta. A fine ‘700, il castello passò alla famiglia Bacigalupi, notai liguri, e durante l’epoca napoleonica divenne sede comunale.
Fino all’immediato dopoguerra, il Castello di Gambaro si trovava in condizioni discrete, ma con il passare del tempo, e a causa dell’abbandono, la struttura iniziò a deteriorarsi. Nel 1970, il primo crollo segnò l’inizio di un periodo di declino, con la Sovrintendenza che ordinò l’abbattimento delle parti pericolanti. Per 25 anni, il castello fu lasciato in balia degli elementi e dei saccheggi, riducendosi a un ammasso di ruderi. La svolta avvenne nel 2006, quando il castello fu acquistato dagli attuali proprietari. Con un considerevole sforzo economico e un profondo amore per lo storico edificio, Clara Mezzadri e Valentino Alberoni, insieme agli architetti Ferrari e Jacopini, hanno portato a termine un restauro che può essere definito un vero miracolo. Utilizzando materiali di recupero e antiche tecniche di ricostruzione concordate con la Sovrintendenza, il castello è stato riportato alla sua forma geometrica originaria, restituendo i locali alle dimensioni preesistenti.
La cerimonia di consegna del Premio Gazzola si è svolta in una Sala Corrado Sforza Fogliani gremita, presso il PalabancaEventi. Questo evento ha rappresentato non solo un riconoscimento per il restauro del castello, ma anche un tributo alla memoria di Carlo Emanuele Manfredi, uno dei fondatori del premio recentemente scomparso. Durante la cerimonia, il professor Domenico Ferrari Cesena ha annunciato un programma speciale per festeggiare la ventesima edizione del premio il prossimo anno. Il restauro del Castello di Gambaro non è solo un esempio di recupero architettonico, ma anche un simbolo di rinascita per l’intera comunità dell’Alta Valnure. In passato, questi paesi erano vivaci centri con un’economia sostenuta da agricoltura, gestione forestale e attività minerarie. Oggi, il borgo di Gambaro conta una ventina di abitanti, ma grazie a iniziative come questa, la sua storia e il suo patrimonio culturale continuano a vivere.
Per i viaggiatori occasionali, visitare il Castello di Gambaro rappresenta un’opportunità unica per immergersi nella storia e nella cultura di un’area meno conosciuta dell’Italia. Consigliamo di esplorare i sentieri circostanti, che offrono panorami mozzafiato delle montagne e delle valli, e di assaporare la cucina locale, ricca di sapori autentici. Per i viaggiatori esperti, suggeriamo di approfondire la conoscenza della storia del castello e delle famiglie nobiliari che lo hanno abitato. Un tour guidato potrebbe rivelare dettagli affascinanti e aneddoti storici che arricchiranno ulteriormente l’esperienza. Inoltre, considerare la visita durante uno degli eventi culturali locali potrebbe offrire un’ulteriore prospettiva sulla vita e le tradizioni della comunità. Il testo è già leggibile e non necessita di correzioni.
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