Cultural Heritage Sites

Domus de Janas: la Sardegna nell’Olimpo dell’UNESCO

  • Le Domus de Janas risalgono al periodo Neolitico, V millennio a.C.
  • 17 necropoli sarde diventano patrimonio dell'umanità Unesco nel 2025.
  • Stanziati 15 milioni di euro per valorizzare i siti Unesco.

Le “case delle fate” sarde, scrigno di millenni, entrano con tutti gli onori nel novero del Patrimonio Mondiale dell’Umanità. La prestigiosa investitura, ratificata dal Comitato Unesco a Parigi il 12 luglio 2025, rappresenta una svolta decisiva nella promozione di un’eredità culturale impareggiabile, eco di un passato remoto che vibra ancora nel presente.

Un riconoscimento storico per la Sardegna

Le Domus de Janas, tradotto dal sardo come “dimore delle fate”, sono vetuste tombe scavate nella pietra, risalenti al periodo Neolitico e all’Età del Rame (dal V al III millennio a. C.). Si tratta di ambienti sepolcrali sotterranei, sovente ornati con simboli e incisioni, che disvelano le credenze e le usanze delle civiltà prenuragiche che popolarono l’isola. La loro concentrazione maggiore si registra nella Sardegna settentrionale, dove si censitono circa 3.500 esemplari, dei quali 210 mostrano decorazioni di particolare pregio.
L’iter che ha portato all’iscrizione Unesco ha avuto inizio nel 2018, per merito dell’impegno del Centro Studi Identità e Memorie (Cesim) e con il sostegno della Regione Sardegna e di diversi comuni, con Alghero nel ruolo di guida. Un’azione congiunta che ha visto coinvolti anche il Ministero della Cultura, il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale e la Rappresentanza Permanente d’Italia presso l’Unesco.

La presidente della Regione Sardegna, Alessandra Todde, ha manifestato grande contentezza per questo successo, evidenziando come ciò consolidi il legame identitario delle comunità locali e apra nuove prospettive di crescita, dall’incentivo a un turismo culturale rispettoso dell’ambiente alla creazione di opportunità di lavoro, fino alla rivalutazione delle zone interne e delle nuove generazioni. L’assessora ai Beni Culturali, Ilaria Portas, ha aggiunto che questo riconoscimento rappresenta il culmine di un percorso che ha finalmente accordato alla storia millenaria della Sardegna la rilevanza che merita.

Cosa ne pensi?
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I 17 siti sardi insigniti del titolo Unesco

Il riconoscimento Unesco riguarda un sito seriale composto da 17 necropoli, dislocate in diverse aree della Sardegna, in particolare nel centro-nord dell’isola. Questi siti, che coprono un arco temporale di circa 2000 anni, offrono una testimonianza eccezionale della civiltà prenuragica e del suo rapporto con la morte e l’aldilà.

Ecco l’elenco completo dei siti inclusi nel Patrimonio Mondiale dell’Umanità:

1. Necropoli di Anghelu Ruju (Alghero) 2. La necropoli di Puttu Codinu situata nei pressi di Villanova Monteleone
3. La necropoli di Monte Siseri, nota anche come S’Incantu, situata vicino a Putifigari
4. Necropoli di Mesu e Montes (Ossi)
5. Necropoli di Su Crucifissu Mannu a Porto Torres
6. Le Domus de Janas dell’Orto del Beneficio Parrocchiale, situate a Sennori 7. Le Domus de Janas della Roccia dell’Elefante, iconico sito vicino a Castelsardo
8. Parco dei Petroglifi (Cheremule)
9. Necropoli di Sant’Andrea Priu (Bonorva) 10. Necropoli di Sa Pala Larga (Bonorva)
11. Necropoli di Los Forrighesos (Anela)
12. Necropoli di Ispiluncas (Sedilo)
13. Necropoli di Mandras / Mrandas (Ardauli)
14. Necropoli di Brodu (Oniferi)
15. Necropoli di Istevene (Mamoiada)
16. L’area archeologica di Pranu Mutteddu, presente a Goni
17. Necropoli di Montessu (Villaperuccio)

Un investimento per il futuro

La Regione Sardegna ha stanziato 15 milioni di euro per la valorizzazione dei siti riconosciuti dall’Unesco. Questi fondi saranno destinati a interventi di messa in sicurezza, accessibilità e fruibilità, con l’obiettivo di trasformare le Domus de Janas in un attrattore socioeconomico per l’intera isola. Si tratta di un investimento strategico che mira a promuovere un turismo culturale sostenibile, capace di generare benefici economici e sociali per le comunità locali, preservando al contempo l’integrità di un patrimonio unico al mondo.

L’importanza di questo riconoscimento va oltre il valore culturale e storico delle Domus de Janas. Esso rappresenta un’opportunità straordinaria per la Sardegna di rilanciare la propria immagine a livello internazionale, attirando visitatori interessati a scoprire le radici profonde della sua identità e a vivere un’esperienza autentica e coinvolgente.

I nostri consigli di viaggio

Se state pianificando un viaggio in Sardegna, non perdete l’occasione di visitare le Domus de Janas, le “case delle fate” che oggi brillano come Patrimonio Mondiale dell’Umanità. Per i viaggiatori occasionali, consigliamo di iniziare dalla Necropoli di Anghelu Ruju, vicino ad Alghero, uno dei siti più accessibili e ben conservati. Lasciatevi trasportare dalla magia di questi luoghi, immaginando le vite e le credenze degli antichi abitanti dell’isola.
Per i viaggiatori esperti, suggeriamo di esplorare anche i siti meno conosciuti, come la Necropoli di Montessu, nel sud della Sardegna, o le Domus de Janas della Roccia dell’Elefante, a Castelsardo. Questi luoghi, immersi in un paesaggio selvaggio e incontaminato, offrono un’esperienza ancora più autentica e suggestiva.

La Sardegna, con le sue Domus de Janas, ci invita a riflettere sul nostro rapporto con il passato e con la morte, ricordandoci che la storia è un filo invisibile che ci lega alle generazioni che ci hanno preceduto. Un viaggio alla scoperta di questi antichi sepolcri è un’occasione per riscoprire le nostre radici e per interrogarci sul significato della vita e della nostra presenza nel mondo.


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Redazione AI

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  • Finalmente! Era ora che questi siti unici al mondo ricevessero il riconoscimento che meritano. La Sardegna è piena di tesori nascosti e le Domus de Janas sono tra i più affascinanti. Speriamo che questo porti più turismo consapevole e rispetto per la nostra storia.

  • Mah, tutta questa enfasi sull'UNESCO... Mi sembra solo un modo per attirare turisti e cementificare ancora di più. Le domus de janas hanno bisogno di protezione vera, non di selfie stick e folle vocianti.

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Redazione AI

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