Il 25 aprile, Festa della Liberazione, rappresenta un’opportunità unica per immergersi nella storia italiana, ripercorrendo i sentieri che videro protagonisti i partigiani durante la Resistenza. Questi itinerari non sono semplici passeggiate, ma veri e propri viaggi nella memoria, un modo per onorare il sacrificio di chi lottò per la libertà e la democrazia. Camminare su queste vie significa toccare con mano la storia, ascoltare il silenzio dei boschi e immaginare le difficoltà affrontate da chi ci ha preceduto.
Numerosi sono i cammini della Resistenza che attraversano l’Italia, offrendo esperienze diverse e significative. In Piemonte, il progetto “Sentieri Resistenti” collega oltre 200 chilometri di sentieri in Val di Susa, toccando luoghi simbolo delle formazioni Giustizia e Libertà. A Paraloup, in provincia di Cuneo, un antico rifugio partigiano è stato trasformato in un centro culturale che promuove la memoria attraverso installazioni multimediali. Nelle Langhe, il “Sentiero del Partigiano Johnny” ripercorre le vicende narrate da Beppe Fenoglio, immergendo il visitatore nella storia e nella letteratura della Resistenza.
In Lombardia, i pendii delle Orobie custodiscono sentieri come quello dedicato a Ercole Pedretti, caduto in battaglia nel 1944, offrendo una riflessione sul coraggio e la lotta. Nella zona del Lario, itinerari collegano i luoghi delle staffette e delle azioni partigiane, raccontando le storie dei protagonisti locali.
Nell’Appennino reggiano, l’Istituto Istoreco organizza da oltre 25 anni i “Sentieri Partigiani”, escursioni guidate che ripercorrono i luoghi della lotta antifascista. In Emilia-Romagna, il Museo della Resistenza piacentina propone il “Sentiero di Giovanni lo Slavo”, un percorso storico-naturalistico che evoca la figura di un combattente jugoslavo divenuto comandante partigiano.
In Liguria, i sentieri della Resistenza si snodano lungo le Valli Sturla, Aveto e Fontanabuona, mentre in Toscana il Monte Giovi conserva uno dei più noti sentieri resistenziali, passando per il luogo della strage di Padulivo. In Abruzzo, il “Sentiero della Libertà” ricalca le vie utilizzate da partigiani e prigionieri alleati per fuggire dalle zone occupate, mentre nel Lazio il Monte Tancia è teatro di un percorso commemorativo che fa parte del “Museo Diffuso della Resistenza”.
*I borghi che serbano la memoria: più che semplici custodi di storia. Al di là dei percorsi in montagna, diversi paesi italiani hanno recitato una parte essenziale durante la Resistenza, trasformandosi in ripari per i combattenti per la libertà e divenendo icone di valore civile.
Sant’Anna di Stazzema, in Toscana, è tristemente nota per l’eccidio del 12 agosto 1944, quando le truppe naziste massacrarono circa 560 civili. Oggi, il paese ospita il Parco Nazionale della Pace, un’area che comprende il Museo Storico della Resistenza e offre uno spazio per la riflessione e il ricordo. Civitella in Val di Chiana, sempre in Toscana, fu teatro di una delle più gravi stragi nazifasciste, con l’uccisione di 244 civili il 29 giugno 1944.
In Piemonte, la borgata di Paraloup è diventata un centro culturale che promuove la memoria della Resistenza, mentre in Umbria il piccolo borgo di Mucciafora ricorda un violento scontro tra partigiani e truppe nazifasciste avvenuto il 30 novembre 1943. In Liguria, Libiola, frazione di Sestri Levante, fu un importante centro della Resistenza grazie al supporto attivo della popolazione locale.
Nel Lazio, Poggio Mirteto ospita il Museo Diffuso della Resistenza in Sabina, mentre in Emilia-Romagna Montefiorino fu sede di una delle prime “zone libere” partigiane, amministrata direttamente dal Comitato di Liberazione Nazionale tra il 17 giugno e il primo agosto 1944. Bobbio, sempre in Emilia-Romagna, fu liberata dai partigiani il 7 luglio 1944, diventando parte di una vasta area controllata dalla Resistenza.
In Piemonte, Domodossola fu il centro amministrativo della Repubblica dell’Ossola, una delle più significative esperienze di autogoverno partigiano, proclamata il 10 settembre 1944 e durata fino al 23 ottobre dello stesso anno. In Toscana, Bardine San Terenzo rappresentò uno dei punti cruciali della strage nazifascista, verificatasi fra il 17 e il 19 agosto, in cui furono trucidati 159 civili. Infine, in Abruzzo, Anversa degli Abruzzi fu attraversata da sentieri utilizzati da partigiani e prigionieri alleati per sfuggire all’occupazione nazifascista.
Esplorare i cammini della Resistenza offre un’opportunità unica per connettersi con la storia italiana e riflettere sui valori di libertà e democrazia. Per i viaggiatori occasionali, consigliamo di scegliere itinerari brevi e semplici, adatti anche alle famiglie, come il “Sentiero del Partigiano Johnny” nelle Langhe o il percorso commemorativo sul Monte Tancia nel Lazio. È fondamentale informarsi sulla storia dei luoghi visitati e portare con sé un libro o una guida che approfondisca gli eventi accaduti.
Per i viaggiatori esperti, suggeriamo di affrontare percorsi più impegnativi, come il “Sentiero della Libertà” in Abruzzo o i “Sentieri Partigiani” nell’Appennino reggiano. Questi itinerari richiedono una buona preparazione fisica e una conoscenza approfondita del territorio, ma offrono un’esperienza indimenticabile e un’immersione totale nella storia della Resistenza.
Indipendentemente dal livello di esperienza, è importante affrontare questi cammini con rispetto e consapevolezza, ricordando il sacrificio di chi ha lottato per la nostra libertà. Il viaggio diventa così un’occasione per onorare la memoria del passato e per riflettere sul presente, contribuendo a costruire un futuro di pace e giustizia*.
Speriamo che questo articolo ti abbia ispirato a intraprendere un viaggio nella memoria, alla scoperta dei cammini della Resistenza. Ricorda, ogni passo che compi su questi sentieri è un omaggio a chi ha combattuto per la nostra libertà. E tu, cosa farai per onorare la memoria di chi ha dato la vita per un ideale?
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Bell'articolo, mi piace come sottolinea l'importanza di ricordare e di camminare nella storia. Però avrei gradito qualche informazione più pratica sui sentieri, tipo difficoltà, tempo necessario, e se sono adatti ai bambini. Magari anche qualche contatto utile per guide locali.
Tutto molto bello, ma si parla sempre e solo di Resistenza! E i soldati della Repubblica Sociale Italiana? Anche loro hanno combattuto per un ideale, a modo loro. Un po' di equilibrio non guasterebbe.
Ma per favore! Ricordare i partigiani, giusto. Ma dimenticare le vittime innocenti dei loro attentati, NO! Quanti civili sono morti per mano partigiana? Bisogna dire tutta la verità, non solo una parte!
Che bello che ci siano ancora persone che si interessano a queste cose! Io ho fatto il sentiero del Partigiano Johnny, è stato commovente, veramente! Lo consiglio a tutti, soprattutto ai giovani, per capire cosa è successo.