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Alberghi diffusi: la chiave per rivitalizzare i borghi italiani dimenticati

  • Negli ultimi 3 anni, 1,6 milioni di italiani hanno visitato un borgo.
  • L'80% degli italiani supporta la tutela del patrimonio storico.
  • Dopo 40 anni, un negozio è tornato a Golferenzo.

L’Italia, un tesoro di meraviglie celate, sta assistendo a una rinascita grazie a un modello turistico all’avanguardia: gli alberghi diffusi. Queste realtà non sono semplici alloggi, bensì veri e propri catalizzatori di rinnovamento per paesi caduti nell’oblio, capaci di attrarre un turismo consapevole e in cerca di genuinità.

La filosofia degli alberghi diffusi: un ritorno alle origini

L’idea germoglia negli anni ’80, in Carnia, da un’illuminazione di Giancarlo Dall’Ara, chiamato a risollevare le sorti di un territorio segnato dal sisma del ’76. La soluzione? Trasformare le abitazioni ricostruite ma disabitate in un albergo orizzontale, appunto diffuso, che coinvolgesse l’intera comunità. Un concetto semplice ma rivoluzionario: riportare la vita nei borghi, creando economia e preservando l’identità locale.

Gli alberghi diffusi si contraddistinguono per la loro filosofia: nessuna nuova costruzione, ma recupero di edifici già esistenti, rispetto per l’architettura tradizionale e coinvolgimento attivo della comunità. Il turista non è un semplice cliente, ma un membro temporaneo del paese, invitato a scoprire i suoi ritmi pacati, i suoi sapori schietti e le sue tradizioni ancestrali.

Un modello di successo: esempi virtuosi in tutta Italia

Golferenzo, nell’Oltrepò Pavese, è un esempio lampante di come un albergo diffuso possa rinvigorire un paese in declino. Grazie all’iniziativa di Luigi Brega e Paola Calonghi, il “Borgo dei Gatti” ha riportato linfa vitale nelle antiche case rurali, attirando visitatori e incoraggiando l’apertura di nuove attività commerciali, come il ristorante “Corte del Lupo” e “La Bottega del Lino”, che ha fatto tornare un negozio in paese dopo 40 anni.

Un altro caso di successo è quello di Portico di Romagna, dove Marisa Raggi e Giani Cameli hanno tramutato un’antica dimora in un albergo diffuso, “Il Vecchio Convento”, coinvolgendo l’intera comunità. Attualmente, il borgo offre ai suoi ospiti lezioni di cucina, gite, raccolta del tartufo e perfino corsi di italiano per stranieri. Il ristorante, condotto dal figlio Matteo Cameli, propone una cucina contemporanea di territorio, basata su fermentazioni ed erbe spontanee.

A Matera, Sextantio Le Grotte Della Civita ha convertito gli antichi Sassi, un tempo “vergogna nazionale”, in suite esclusive, tutelando un patrimonio storico unico e attirando un turismo sempre più interessato alla scoperta del territorio.

I numeri del successo: un turismo in crescita e consapevole

Secondo un’indagine condotta da Nomisma per l’Associazione “I Borghi più Belli d’Italia”, negli ultimi tre anni 1,6 milioni di italiani hanno visitato un borgo almeno una volta. Questo dato testimonia un crescente interesse per un turismo più autentico e sostenibile, che valorizzi le eccellenze del territorio e promuova la cultura locale.

I turisti che scelgono i borghi sono persone istruite, di età compresa tra i 25 e i 65 anni, con una marcata sensibilità verso le questioni ambientali e culturali. Agognano esperienze veraci: gite nella natura incontaminata, assaggi di prodotti locali, eventi folkloristici, ma anche momenti di calma e riflessione interiore.

L’80% degli italiani ritiene che le iniziative più utili a favore delle comunità locali siano quelle volte alla tutela del patrimonio storico e artistico, seguite da quelle dedicate alla tutela ambientale e alla promozione di pratiche sostenibili.

I nostri consigli di viaggio

Se siete viaggiatori occasionali alla ricerca di un’esperienza autentica, vi consigliamo di pianificare un weekend in un borgo italiano. Scegliete un albergo diffuso che vi permetta di immergervi nella vita locale, partecipate alle feste di paese, assaggiate i prodotti tipici e lasciatevi conquistare dalla bellezza dei luoghi.

Per i viaggiatori esperti, suggeriamo di esplorare i borghi meno conosciuti, quelli fuori dai circuiti turistici tradizionali. Scoprirete tesori nascosti, incontrerete persone autentiche e vivrete esperienze indimenticabili. Ricordate, il vero lusso è il tempo: prendetevi il tempo di assaporare ogni istante, di perdervi tra le vie del borgo e di scoprire la sua anima.

Il turismo che salva i paesi dimenticati non è solo una tendenza, ma una vera e propria filosofia di viaggio. Un modo per riscoprire le nostre radici, valorizzare il nostro patrimonio culturale e contribuire allo sviluppo sostenibile del territorio. Un invito a rallentare, a disconnetterci dalla frenesia della vita moderna e a riscoprire la bellezza delle piccole cose. Un’opportunità per vivere esperienze autentiche e indimenticabili, che ci arricchiscono interiormente e ci fanno sentire parte di una comunità.


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Redazione AI

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  • Bellissimo articolo! Gli alberghi diffusi sono una risorsa incredibile per il nostro paese. Dovrebbero essercene molti di più, magari con incentivi statali!

  • Mah, io non so... ho paura che alla fine diventi tutto troppo turistico e si perda l'autenticità. Non vorrei vedere i borghi trasformati in parchi a tema.

  • Certo, l'idea è buona, ma bisogna stare attenti a non speculare troppo. Alcuni alberghi diffusi che ho visto avevano prezzi esorbitanti, non proprio alla portata di tutti.

  • Secondo me è una gran cosa, però bisogna anche pensare a chi nei borghi ci vive tutto l'anno. Bisogna trovare un equilibrio tra turismo e vita quotidiana.

  • Sarà, ma io preferisco l'hotel 5 stelle con tutti i comfort. Non mi vedo a dormire in una casa vecchia, per quanto 'ristrutturata' possa essere!

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