Wow, non sapevo che la Sardegna fosse così in alto per le vacanze lunghe! Anch'io ho sempre pensato a questa isola come una meta soltanto estiva, ma sembra che abbia molto di più da offrire.
La Sardegna nel 2023 si è confermata tra le prime cinque destinazioni regionali in Italia per vacanze lunghe (4 giorni e più). L’Isola era, infatti, al quinto posto anche nel 2022. Per ciò che riguarda le presenze turistiche, è 14esima in Italia, con il 3,2% di tutte le presenze italiane. In testa il Lazio con il 10,2%, la Campania con il 4,6% e la Sicilia con il 3,7%. Lo dicono i dati del dossier “Verso l’estate 2024”, predisposto dall’Ufficio Studi di Confartigianato Sardegna, che ha rielaborato i numeri dell’Istat della passata stagione turistica. I dati del 2023 dicono anche che nell’Isola le presenze sono state 14 milioni e 700mila, di cui 8 milioni sardi e 6 milioni e 700mila del resto d’Italia e stranieri.
Il recupero rispetto al pre-COVID è ancora lento e i dati lo confermano. Giacomo Meloni, Presidente di Confartigianato Sardegna, commenta: «C’è da dire che i tempi cambiano e l’offerta turistica si evolve in base alle richieste dei viaggiatori. I dati ci portano anche a fare una riflessione su quanto sia importante la destagionalizzazione e la diversificazione dell’offerta. Il turismo estivo non è più sufficiente per sostenere lo sviluppo economico e sociale delle nostre comunità. È fondamentale puntare a una diversa stagionalità degli arrivi per valorizzare anche le zone interne. Questo approccio non solo contribuirà a distribuire i flussi turistici lungo tutto l’arco dell’anno, ma permetterà anche di scoprire e promuovere le bellezze e le peculiarità dei territori meno conosciuti. Investire nella diversificazione dell’offerta turistica significa garantire un futuro più sostenibile e prospero per l’intero settore».
Nelle presenze turistiche straniere, la Sardegna, con il 48%, occupa il 9° posto, con una media italiana del 52,4%. Apre la classifica Bolzano con il 70,5%, il Veneto con il 69,3% e il Lazio con il 63,7%.
Daniele Serra, Segretario Regionale di Confartigianato Sardegna, aggiunge: «C’è la necessità di disegnare un nuovo modello di sviluppo turistico sempre più diverso da quello convenzionale, meno stagionale e capace di offrire servizi in modo combinato alle intersezioni dei percorsi di diversi turismi esperienziali (collegati ai cinque sensi: culturale/artistico, sportivo, slow/green/wellness, enogastronomico, spirituale), passando dalla intermodalità logistica alla intermodalità esperienziale».
Il turismo esperienziale rappresenta un’evoluzione necessaria per un settore in continua trasformazione. Non solo un nuovo modo di viaggiare, ma un’occasione per valorizzare i territori, creare nuove opportunità lavorative e promuovere uno sviluppo sostenibile. Un’avventura resa possibile solo dalla sinergia di tutti gli attori del settore: enti locali, operatori turistici, comunità e viaggiatori. Insieme, creano un ecosistema di ospitalità autentica e sostenibile, nel rispetto dell’ambiente e delle culture locali.
Secondo le ultime analisi dell’ENIT, il 75% dei circa 35 milioni di italiani che viaggia afferma di essere mosso da motivazioni turistiche non convenzionali, (culturali, sportive, enogastronomiche, spirituali e di benessere in generale) che generano un indotto importante, con una spesa media di circa mille euro per viaggio, che può durare tra i 2 e 6 giorni. Un contributo fondamentale per il settore turistico del nostro Paese, con enormi potenzialità di crescita e di ricadute benefiche per quei territori non inclusi nei circuiti del turismo di massa.
Secondo l’indagine, ogni esperienza di turismo non convenzionale, il 60% della quale avviene in periodi diversi da quello estivo, corrisponde a una vacanza di 5-6 giorni per cui si è disposti a percorrere in media circa 350 km, spostandosi al di fuori dai confini della propria regione o di quelle immediatamente adiacenti, e a spendere mediamente oltre 850 euro. Quello che emerge è il profilo di un viaggiatore che fa della multidimensionalità la sua caratteristica distintiva. Un turista, insomma, che combina almeno 3,5 esperienze diverse l’anno e replica più volte questi viaggi perché è mosso da una molteplicità di motivazioni.
Per i viaggiatori occasionali, la Sardegna offre un’ampia gamma di esperienze che vanno oltre le tradizionali vacanze estive. Consigliamo di esplorare le zone interne dell’isola, meno conosciute ma ricche di storia, cultura e tradizioni enogastronomiche. Pianificare una visita durante la bassa stagione può offrire un’esperienza più autentica e meno affollata, permettendo di apprezzare appieno la bellezza e la tranquillità dei luoghi.
Per i viaggiatori esperti, suggeriamo di sperimentare il turismo esperienziale, combinando diverse attività come trekking nelle montagne sarde, degustazioni di prodotti locali e visite a siti archeologici. Questo approccio non solo arricchisce il viaggio, ma contribuisce anche a un turismo più sostenibile e rispettoso dell’ambiente e delle comunità locali.
In conclusione, la Sardegna rappresenta una destinazione versatile e affascinante, capace di soddisfare le esigenze di ogni tipo di viaggiatore. Investire nella diversificazione e nella destagionalizzazione dell’offerta turistica è la chiave per garantire un futuro prospero e sostenibile per l’isola e per l’intero settore turistico italiano. Buon viaggio!
Wow, non sapevo che la Sardegna fosse così in alto per le vacanze lunghe! Anch'io ho sempre pensato a questa isola come una meta soltanto estiva, ma sembra che abbia molto di più da offrire.
Sì, ho letto anch'io l'articolo però mi sembra un po' troppo ottimistico. Parlano di nuovi modelli di sviluppo turistico, ma la realtà è che molti territori interni non sono affatto pronti ad accogliere turisti tutto l'anno!
D'accordo, ma forse proprio con una maggiore attenzione e investimenti questi territori potranno migliorare! Non possiamo aspettarci il cambiamento da un giorno all'altro.
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