L’Italia si conferma meta privilegiata per il turismo enogastronomico, attirando visitatori da tutto il mondo desiderosi di immergersi nei sapori e nelle tradizioni culinarie del Belpaese. Un recente rapporto ha analizzato le tendenze del settore, rivelando come il binomio cibo-vino rappresenti un forte richiamo per i turisti stranieri, superando in alcuni casi anche l’attrattiva dei monumenti storici.
Il “Rapporto sul Turismo Enogastronomico Italiano” del 2025, ha messo in luce come l’enogastronomia sia diventata una motivazione di viaggio sempre più rilevante. Negli ultimi tre anni, la percentuale di turisti che hanno viaggiato per esperienze enogastronomiche varia significativamente tra i diversi paesi: dal 60% nel Regno Unito al 74% in Francia, con un incremento notevole rispetto al 2016, oscillante tra i 15 e i 28 punti percentuali.
L’Italia, in particolare, è percepita come destinazione ideale per il turismo enogastronomico. Il 55% dei turisti tedeschi e svizzeri/austriaci, e il 54% degli statunitensi, associa il Belpaese a “cibo e vino”. Fanno eccezione i francesi, tra i quali prevale l’interesse per i monumenti storici (50%).
Nella scelta della destinazione, la bellezza del paesaggio rurale gioca un ruolo fondamentale, superando l’80% in tutti i mercati, con un picco dell’88% in Francia. Anche la presenza di ristoranti locali è un fattore determinante, con l’81% in Francia e il 79% negli Stati Uniti. I viaggiatori statunitensi, inoltre, pongono un’elevata enfasi su esperienze a tema specifico e sulla ristorazione di alta qualità.
La sete di nuove scoperte (52% in Regno Unito e Stati Uniti) e il desiderio di espandere il proprio orizzonte culturale (34% in Francia) si configurano come i principali motori che spingono i turisti verso le esplorazioni enogastronomiche, seguiti dal puro divertimento (36% negli Stati Uniti). I francesi, d’altro canto, concepiscono l’enogastronomia come un’opportunità di gratificazione personale (36%), mentre gli ospiti tedeschi, svizzeri e austriaci cercano l’immersione nelle scenografie campestri.
La Toscana si conferma la regione più attrattiva per il turismo enogastronomico, con il 69% delle preferenze tra americani e francesi, e il 66% tra austriaci e svizzeri. Seguono la Sicilia (66% francesi, 62% americani), la Sardegna e la Puglia (entrambe con il 63% tra i francesi).
Tra le aree vinicole più ambite, spiccano il Chianti, favorito fino al 41% dei viaggiatori americani, e l’Etna, che attira fino al 40% dei francesi. Seguono Montepulciano, scelto dal 42% degli svizzeri, Montalcino, prediletto dal 27% degli americani, e Bolgheri, apprezzato dal 25% di austriaci e svizzeri.
Anche le Cinque Terre riscuotono un notevole apprezzamento, registrando il 26% tra austriaci e svizzeri, così come la “Food Valley” dell’Emilia-Romagna, con il 24% delle preferenze americane.
Le esperienze culinarie e vinicole maggiormente gradite includono i ristoranti tipici (68% per i francesi, 71% per austriaci e tedeschi) e le visite alle cantine vinicole (fino al 36% per austriaci e svizzeri). Seguono le tappe nei caseifici (34% per i francesi) e nei birrifici (25% per i francesi, 26% per gli americani).
Il rapporto evidenzia come l’intelligenza artificiale stia diventando uno strumento sempre più importante nella pianificazione dei viaggi. Già oggi, il 21% dei turisti americani e il 18% dei francesi utilizzano piattaforme che integrano l’IA per organizzare le proprie vacanze. Questo trend impone alle aziende del settore di adeguarsi, rendendo i propri dati accessibili e aggiornati per essere selezionate dagli algoritmi.
È di primaria importanza anche la modalità di comunicazione rivolta alle generazioni più giovani.
Il settore del turismo enogastronomico deve rinnovare il proprio approccio comunicativo, superando i metodi promozionali tradizionali come brochure e narrazioni classiche, a favore di una presenza digitale incisiva, visivamente accattivante e suscettibile di diffusione virale.
Per i viaggiatori occasionali, consigliamo di iniziare con un tour enogastronomico di una giornata in una delle regioni più rinomate, come la Toscana o l’Emilia-Romagna. In questo modo, potrete assaporare i prodotti tipici, visitare cantine e caseifici, e immergervi nella cultura locale.
Per i viaggiatori più esperti, suggeriamo di esplorare le aree meno conosciute d’Italia, alla ricerca di piccoli produttori e di esperienze autentiche. Potreste partecipare a una vendemmia, imparare a fare la pasta fresca o scoprire i segreti della cucina regionale.
In definitiva, il turismo enogastronomico rappresenta un’opportunità unica per scoprire l’Italia attraverso i suoi sapori, i suoi profumi e le sue tradizioni. Un viaggio che coinvolge tutti i sensi e che lascia un ricordo indelebile nel cuore di chi lo vive.
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Mah, io dico che 'sti rapporti lasciano il tempo che trovano. Sarà pure che l'enogastronomia tira, ma se poi vai a Firenze e trovi solo ristoranti turistici che ti spennano, l'esperienza è pessima. Dovremmo concentrarci di più sulla qualità vera, non solo sui numeri.
Finalmente qualcuno che capisce! Basta con 'ste pizze surgelate spacciate per artigianali. Dobbiamo proteggere i nostri prodotti DOP e IGP e farli conoscere al mondo, non svenderci ai tour operator che pensano solo al profitto.
Ma scusate, ma se la Toscana è così gettonata, non dovremmo puntare a valorizzare anche le altre regioni? Tipo la Calabria, che ha dei vini e dei salumi che non hanno niente da invidiare a nessuno! Un po' di campanilismo non farebbe male.
Certo, parliamo di turismo enogastronomico e nessuno che menzioni l'impatto ambientale. Tutti 'sti voli e 'sti spostamenti in auto inquinano un casino! Dovremmo promuovere un turismo più sostenibile, magari con treni e bici.
Ma dai, che discorsi! Certo che l'IA è importante, ma non esageriamo. Voglio dire, a parte i giovani ma il turista vero, quello che ha i soldi e la voglia di spendere, si fida ancora del consiglio dell'amico o della guida cartacea. Non facciamoci prendere troppo dalla tecnologia.